Riflettori su Wicked – Parte 2: La magia del teatro
Il nuovo capitolo di Wicked, diretto da JON M. CHU, trae ispirazione dalla potenza emotiva che caratterizza il mondo del teatro. Questa produzione si concentra sull’importanza di seguire il flusso delle emozioni e l’autenticità, anche quando si discosta dal testo originale. L’approccio del regista mette in evidenza come la spontaneità possa creare momenti memorabili all’interno del film.
Un’improvvisazione che ha cambiato tutto
JON M. CHU racconta che una delle scene più intense di Wicked – Parte 2 è emersa in modo del tutto inatteso grazie a un’improvvisazione da parte di ARIANA GRANDE e CYNTHIA ERIVO. Durante una semplice prova, le due attrici hanno iniziato a scambiarsi parole di addio, creando un momento che ha catturato l’essenza emotiva della loro relazione. Questo momento, caratterizzato da una profonda autenticità, ha convinto il regista a prendere una decisione drastica: abbattere una parte del set per mettere in scena questa verità emotiva.
Il momento in cui CYNTHIA ha invitato ARIANA a seguirla verso un angolo del set, ignaro della sua importanza scenica, ha toccato profondamente il regista. JON M. CHU ha ammesso di essersi lasciato trasportare dalle emozioni, dimenticando di interrompere la scena, mentre le attrici continuavano a costruire una separazione che sembrava scritta nell’aria. Il regista ha così deciso di modificare radicalmente il set, rendendo possibile la visione di questo potente scambio emotivo nel film.
Il risultato finale: una scena iconica
Il frutto di questa decisione è un’inquadratura memorabile, in cui CYNTHIA ERIVO e ARIANA GRANDE si trovano ai lati opposti di una barriera distrutta, divenuta simbolo centrale del film. JON M. CHU considera questo passaggio il suo preferito di tutta la saga di Wicked, al punto da influenzare il titolo stesso dell’opera, che si chiamerà For Good. Questo momento di genuina emozione è diventato il baricentro della storia, evidenziando l’importanza delle relazioni autentiche.
Eccezioni alle regole: la forza delle parole
Per onorare la verità di quella scena cruciale, JON M. CHU ha scelto di infrangere una delle storiche regole linguistiche di Oz, mantenute per decenni da STEPHEN SCHWARTZ, il compositore delle canzoni originali. Secondo la tradizione, non era permesso esprimere sentimenti come “ti amo”. Quando, in modo spontaneo, CYNTHIA ha pronunciato “Ti voglio bene” durante la scena, il regista ha fatto una scelta audace decidendo di non tagliare quella frase, percependola come un elemento fondamentale di umanità che superava la finzione. Questa scelta ha avuto il benestare anche di SCHWARTZ, che ha accettato l’eccezione alla regola.
La trasformazione di Boq: oltre il fisico
Nel secondo capitolo di Wicked, la figura di Boq, interpretato da ETHAN SLATER, subisce una significativa metamorfosi, descritta dal regista come “la nascita di un mostro”. Questa trasformazione va oltre l’aspetto fisico e riflette la crescita interiore di un personaggio che, inizialmente ignorato, trova finalmente la propria voce di fronte a una folla appassionata. JON M. CHU osserva che il cambiamento di Boq segna un vero e proprio punto di non ritorno, dove la perdita del cuore non è legata alla sua nuova forma, ma piuttosto al riconoscimento nella comunità attraverso l’odio.
Interpretazioni personali e significati nascosti
Il musical ha sempre sollevato interrogativi su quanto GLINDA sappia realmente della vita di ELPHABA. JON M. CHU possiede una visione chiara, ma preferisce non rivelarla, lasciando spazio per l’interpretazione personale. Secondo il regista, la forza del finale risiede nel cammino incerto delle due protagoniste, in cui GLINDA cerca di diventare realmente “buona”, mentre ELPHABA abbandona le ombre del passato. Questo aspetto sfumato della narrazione invita lo spettatore a riflettere sulla complessità delle relazioni e delle scelte dei personaggi.
Un messaggio attuale e universale
JON M. CHU sottolinea che molte immagini politiche presenti nel film, che spaziano dal potere della disinformazione alla frammentazione delle comunità, risultano oggi particolarmente rilevanti. Sebbene non fosse l’intento iniziale, il regista riconosce che le tematiche affrontate nella storia rimangono attuali e possono risuonare con il pubblico contemporaneo. La frase “la verità non è una questione di fatti o ragione, è solo ciò su cui siamo tutti d’accordo”, scritta vent’anni fa, dimostra come una storia senza tempo riesca sempre a trovare eco nella realtà odierna, rendendo il film sempre più significativo ogni settimana.
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