Un’icona senza tempo sul red carpet
Jacqueline Bisset, famosa attrice britannica di 81 anni, ha recentemente incantato il pubblico durante il 43esimo Torino Film Festival. Con una carriera che si estende per oltre sei decenni, la sua presenza sul red carpet è stata accompagnata dall’assegnazione del prestigioso premio Stella della Mole, un riconoscimento conferito dal Museo Nazionale del Cinema a personalità significative nel panorama cinematografico internazionale. Questo premio celebra il contributo di artisti importanti all’arte del cinema, sottolineando l’importanza duratura di Bisset in questo campo.
Sfuggente nei suoi atteggiamenti, Bisset incarna anche lo spirito di una donna anticonformista e indipendente. La sua forte personalità emerge con chiarezza quando si esprime, rifiutando di conformarsi alle aspettative altrui. Durante l’evento, ha espresso senza mezzi termini le proprie opinioni riguardo alle dinamiche tra uomini e donne, affermando che “gli uomini possono essere delle bestie” e che le donne non dovrebbero sentirsi obbligate a provocare. Questo commento ha generato discussione, mettendo in luce il suo desiderio di autenticità e responsabilità nelle relazioni interpersonali.
Riflessioni sul mondo contemporaneo
Bisset si mostra particolarmente critica nei confronti del clima culturale attuale, percepito da lei come intriso di narcisismo e esibizionismo, alimentato dai social media. A suo avviso, molte giovani donne si atteggiano a star con video amatoriali, creando fantasie che distorcono la realtà. Questa osservazione riflette la sua preoccupazione per il benessere emotivo e psicologico delle nuove generazioni, di fronte a standard di bellezza e comportamento spesso irraggiungibili. La sua schiettezza si traduce in un invito a riflettere sulla responsabilità individuale, sia da parte degli uomini che delle donne, nelle interazioni quotidiane.
Forte sostenitrice dell’importanza del consenso, Bisset ha condiviso la sua visione ambivalente riguardo al movimento Me Too. Sebbene apprezzi le sue implicazioni più larghe, sottolinea che c’è una linea netta sul consenso: “un no è un no”. Questa posizione chiara e diretta segnala la sua volontà di mantenere una conversazione onesta e aperta su argomenti delicati che riguardano la sfera personale e sociale.
Bellezza e professionalità: un rapporto complesso
Quando la conversazione si sposta sul corpo e sulla bellezza nel contesto cinematografico, Bisset rimane fedele alla sua schiettezza. Nonostante sia stata elogiata da Newsweek come “l’attrice più bella di tutti i tempi”, ha minimizzato l’importanza di tali etichette. Riguardo alla bellezza, ha dichiarato che si tratta di un argomento noioso e persino indecente quando si parla di un dono divino. La sua riflessione si concentra sul contenuto piuttosto che sull’apparenza, rivelando che ha rifiutato ruoli iconici come quello in Nove settimane e mezzo, poiché si sentiva “insicura” e non pronta ad affrontare il livello di nudità richiesto.
Bisset ha condiviso anche aneddoti legati alla sua carriera, evidenziando le stravaganze dei set cinematografici. Ricorda la pressione artistica durante la lavorazione di Cul-de-sac con Roman Polanski e l’intensità quasi inquietante dell’interpretazione di Mickey Rourke in Orchidea selvaggia. Nonostante i successi, esprime il rammarico che in Italia venga spesso giudicata per i suoi primi film, mentre numerosi lavori indipendenti a cui tiene non hanno ricevuto la visibilità meritata. La sua carriera è un esempio di resilienza e autenticità in un settore in continua evoluzione.
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