Report: un’indagine critica sul giornalismo militante e la sua copertura del centrodestra negli ultimi anni

Una nuova polemica ha acceso il dibattito politico e mediatico italiano, coinvolgendo l’esponente di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Cultura alla Camera, Federico Mollicone. La controversia è emersa in seguito a un servizio andato in onda su Rai3, durante la trasmissione Report, che ha sollevato interrogativi sul lavoro del Garante della Privacy. Mollicone ha rilasciato dichiarazioni forti al Corriere della Sera, descrivendo il giornalismo di Report come “militante” e “a tesi”, evidenziando i presunti danni economici che tali pratiche avrebbero inflitto alla Rai.

Le accuse mosse contro Report

Federico Mollicone non si è risparmiato nel criticare la redazione di Report, definendola “analfabeta istituzionale”. Secondo le sue dichiarazioni, i giornalisti della trasmissione non avrebbero familiarità con le leggi e le normative in vigore, e spesso tenderebbero a distorcere la verità attraverso una manipolazione dei fatti. Questa affermazione non è stata solo un attacco personale, ma ha anche un significato più ampio riguardo alla responsabilità dell’informazione. Mollicone ha citato anche Aldo Grasso, noto critico televisivo, che aveva definito alcuni servizi di Report “spazzatura”, aggiungendo ulteriore peso alle sue parole. Tali commenti pongono interrogativi sulla qualità e sull’etica del giornalismo attuale, aprendo un dibattito sul ruolo dei media nella società contemporanea.

Un’analisi delle inchieste giornalistiche recenti

Nel corso dell’intervista, Mollicone ha presentato dati significativi riguardo alle inchieste condotte da Report negli ultimi anni. Ha sottolineato che nel periodo 2021-2022, durante i governi di sinistra e quello di Mario Draghi, circa il 75% delle inchieste non avrebbe coinvolto direttamente i partiti politici. Tuttavia, nel 2025, questa percentuale sembrerebbe invertita, con il 94% dei servizi focalizzati su politici o figure vicine al centrodestra. Questi numeri, secondo Mollicone, parlano chiaro e dimostrano una direzione editoriale di parte, evidenziando un possibile bias politico nelle scelte redazionali della trasmissione.

Report: un’indagine critica sul giornalismo militante e la sua copertura del centrodestra negli ultimi anni

Le difese del Garante della Privacy

Il presidente della Commissione Cultura ha anche preso posizione riguardo alle critiche rivolte al Garante della Privacy. Mollicone sostiene che le inchieste di Report non possano sminuire l’autorità indipendente, né possano screditarne il lavoro. Ha inoltre rimarcato che l’unico caso di conflitto di interessi dimostrato fino ad oggi coinvolgerebbe un consulente legale di Meta, nominato con il supporto dei Cinque Stelle. Secondo lui, sarebbe proprio questa persona a dover considerare le dimissioni, non per le ragioni pubblicamente dichiarate, ma per questioni più rilevanti legate alla sua posizione. La questione del conflitto di interessi rimane cruciale nel dibattito, poiché tocca il delicato equilibrio tra libertà di stampa e responsabilità professionale nei media.

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