Strage di Cisterna, Antonella Gargiulo racconta la sua drammatica esperienza a Verissimo

Un racconto di resilienza: la storia di Antonietta Gargiulo

La vita di Antonietta Gargiulo è stata segnata da un tragico evento che ha sconvolto non solo la sua esistenza, ma anche quella di tutta la comunità. Dopo aver vissuto l’orrore della strage di Cisterna di Latina, in cui ha perso le sue due figlie, Alessia e Martina, la donna ha trovato il coraggio di affrontare il suo passato e raccontare la sua storia. Le bambine, rispettivamente di 13 e 7 anni, sono state vittime del padre, Luigi Capasso, nel febbraio 2018, un evento che ha avuto ripercussioni devastanti nella vita di Antonietta, l’unica sopravvissuta a quella drammaticità familiare.

In un’intervista rilasciata a Verissimo, Antonietta ha condiviso il suo doloroso percorso di rinascita. Il suo racconto è un viaggio in un tempo congelato, segnato dalla violenza e dal trauma di quel giorno fatale. Secondo le sue parole, la vita è cambiata in un attimo, lasciandola incapace di comprendere appieno la portata di ciò che era accaduto.

Il momento tragico e la lotta per la sopravvivenza

Antonietta ha descritto il drammatico episodio del 28 febbraio 2018, quando suo marito ha atteso per sorprenderla nel garage di casa. “Si era nascosto in un angolo buio, pronto a colpirmi,” ha dichiarato. Nonostante fosse riuscita a scappare e a chiedere aiuto, è stata colpita. La risposta dei soccorsi è stata tempestiva, ma Antonietta aveva solo una richiesta disperata: “Andate a controllare le mie bambine.” Il suo racconto evidenzia non solo il suo dolore personale, ma anche il terrore che ha accompagnato la sua vita con Capasso, un uomo che all’inizio appariva normale ma che ha mostrato segni inquietanti di violenza nel corso degli anni.

Ancora oggi, Antonietta si trova a dover gestire un dolore insopportabile. A distanza di anni dall’accaduto, ha affermato: “Ci sono cose che tengo lontane dalla memoria, perché potrei morire solo al pensiero di ciò che hanno vissuto le mie figlie.” Una testimonianza toccante che riflette la gravità della situazione e il peso emotivo che continua a portare con sé.

I segni della violenza e la prima denuncia

Nel racconto di Antonietta, emerge chiaramente la lunga storia di maltrattamenti subiti. Conosceva Luigi Capasso fin da giovanissima, e il loro matrimonio, iniziato con apparenti normalità, ha presto rivelato il suo lato oscuro. Ha raccontato che la violenza era inizialmente verbale, con attacchi che minavano la sua autostima. “Mi diceva che non ero all’altezza,” ha spiegato, ripercorrendo i momenti critici che hanno preceduto la tragedia.

Il culmine della violenza è stato segnato da un episodio drammatico in cui Antonietta ha temuto per la vita della sua famiglia. “Una notte prese un coltello e disse che ci avrebbe ucciso se la bambina non avesse smesso di piangere.” Questo evento ha segnato un punto di svolta, portandola infine a presentare la prima denuncia nel 2017, ma anche dopo aver compiuto questo passo si trovava a vivere nel costante terrore delle minacce del marito.

La rinascita dopo il dolore

Antonietta ha descritto la sua esperienza dopo il tragico evento, in particolare il suo risveglio dal coma. “Quando mi sono svegliata, mi hanno detto che le mie bambine non c’erano più,” ha ricordato, raccontando la gelida sensazione che le ha invaso il cuore. Giorni di silenzio e immobilità l’hanno segnata profondamente, ma la forza d’animo e l’amore per le figlie l’hanno spinta a continuare a vivere. “Ho iniziato a sentire una voce che mi diceva: ‘Mamma, vivi. Fai le cose che avremmo fatto insieme.'”

Questa rinnovata determinazione ha portato Antonietta a condividere la sua storia, ritenendo che il suo dolore possa diventare un messaggio di speranza per altri. “La violenza non deve mai diventare la normalità,” ha affermato, e il suo impegno nel raccontare la sua storia serve a sensibilizzare su un tema troppo spesso ignorato. Oggi, continua a battersi affinché nessuna madre debba vivere una simile tragedia, diventando così una voce importante nella lotta contro la violenza di genere.