Chiara Ferragni compare in tribunale per la prima volta nel caso del Pandoro Gate: i dettagli

Oggi a Milano si è svolta un’importante udienza che ha portato Chiara Ferragni di fronte al giudice, accusata di truffa aggravata in relazione a due campagne di beneficenza: il “Pandoro Pink Christmas” e le “uova di Pasqua”. Questa è la prima volta che l’influencer affronta un’udienza di questo tipo, con i suoi legali, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, presenti in aula davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini. Durante l’udienza, è stata discussa la richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’associazione Casa del Consumatore, e il giudice ha rimandato la sua decisione alla prossima udienza, fissata per il 25 novembre.

L’associazione, assistita dall’avvocato Aniello Chianese, ha rifiutato una proposta di risarcimento di 5mila euro, considerandola inadeguata rispetto agli oltre 2,7 milioni di euro che, secondo quanto riportato, Ferragni avrebbe guadagnato dalle operazioni contestate. Nella nota ufficiale, si sottolinea che tale somma non rappresenterebbe un’adeguata azione riparativa per le condotte attribuite all’influencer, particolarmente evidenti sui social media.

Al termine dell’udienza, Chiara Ferragni ha fatto un breve intervento con i media, indossando un look sobrio composto da un blazer scuro e una camicia bianca. Ha ringraziato i presenti per l’attenzione, esprimendo che questa fase della sua vita è difficile e ha preferito non rilasciare ulteriori commenti.

Chiara Ferragni compare in tribunale per la prima volta nel caso del Pandoro Gate: i dettagli

Le accuse mosse dalla procura sostengono che l’influencer avrebbe ingannato i consumatori, ottenendo un profitto ingiusto di circa 2,2 milioni di euro attraverso le campagne citate, oltre a benefici non quantificabili legati all’immagine personale. In particolare, il caso del “Balocco” sarebbe stato caratterizzato da una comunicazione poco chiara, portando gli acquirenti a credere che il loro acquisto di un prodotto Pink – venduto a un prezzo maggiorato – avrebbe finanziato la raccolta fondi per l’ospedale Regina Margherita di Torino.

Tuttavia, secondo la procura, la realtà dei fatti sarebbe differente: le aziende legate a Ferragni avrebbero incassato oltre un milione di euro per promuovere l’iniziativa benefica, mentre l’azienda Balocco aveva destinato solo 50mila euro alla causa, senza alcuna correlazione diretta con le vendite. Questo presunto “errore di comunicazione” si sarebbe manifestato anche nel secondo caso oggetto di contestazione.

Nonostante la delicatezza della situazione, Ferragni ha scelto di restare in silenzio riguardo alle domande dei giornalisti prima di entrare in aula, mantenendo un approccio riservato su una questione tanto controversa.

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