Un incontro con la regista Dolores Fonzi
Il mondo del cinema è al centro di un dialogo che abbraccia tematiche importanti come l’umanità e il femminismo. Un’intervista con la regista e attrice argentina DOLores Fonzi, in occasione della presentazione del suo film alla Festa del Cinema di Roma, offre uno spunto per riflettere su questi aspetti. Con un caffè in mano e un clima informale, discutiamo della sua opera “Belén”, un legal drama ispirato a una storia vera che affronta le questioni legate all’aborto illegale e alla giustizia sociale.
Il film “Belén” e il suo significato
“Belén” non è solo un film; è una dichiarazione d’intenti da parte di DOLores Fonzi, che ha diretto e interpretato il ruolo dell’avvocato Soledad Deza. La pellicola, candidata agli Oscar e in arrivo su Prime Video, narra le vicende di una donna ingiustamente imprigionata. Fonzi descrive “Belén” come un’opera personale e politica, evidenziando la necessità di rappresentare la realtà contemporanea attraverso il linguaggio cinematografico. Secondo lei, è fondamentale utilizzare il potere del cinema per raccontare storie che rispecchino la società attuale e le sue complessità.
L’importanza del messaggio politico nel cinema
Durante l’intervista, DOLores Fonzi sottolinea l’importanza del cinema come veicolo di politica e cambiamento. Sottolinea che essere donna implica una dimensione politica intrinseca. Inoltre, afferma che qualunque film racconti una storia sociale o personale contribuisce a una narrativa più ampia sulla condizione umana. Riconosce che anche le scelte artistiche, come quella di non includere certe tematiche, possono avere implicazioni politiche. Afferma che la sua ambizione principale resta quella di realizzare un buon film, ma che la dimensione politica è inevitabile.
Empatia e diritto: un binomio necessario
Nell’ambito della conversazione si affronta il tema dell’empatia in relazione alle leggi. DOLores Fonzi osserva che empatia e legge non sono in contraddizione, ma piuttosto coesistono. Mentre la legge stabilisce delle norme, l’empatia permette di comprendere le circostanze individuali. Secondo la regista, l’umanità dei personaggi è essenziale per trasmettere il messaggio del film. Crede fermamente che piccoli atti di gentilezza e comprensione possano cambiare la vita di qualcuno, rendendo il film un veicolo di speranza e cambiamento.
Collaborazione con Camila Plaate
DOLores Fonzi elogia la giovane attrice Camila Plaate, che interpreta il ruolo principale nel film. La regista evidenzia il talento naturale di Plaate, che ha dimostrato una capacità unica di comprendere le istruzioni e apportare il proprio contributo creativo. La loro sinergia è stata fondamentale per dar vita a personaggi autentici e credibili. La scelta di Plaate è stata influenzata dalla sua performance in un documentario, dove ha brillato in un ruolo di finzione. Questa intuizione ha dato vita a un rapporto di lavoro fruttuoso tra le due artiste.
La musica come elemento narrativo
Un altro aspetto che colpisce DOLores Fonzi è l’accompagnamento musicale del film. Nel suo primo film da regista, la musica era stata aggiunta solo in fase di post-produzione. Per “Belén”, si è assicurata di avere una visione musicale chiara fin dall’inizio. Ha collaborato con Marilina Bertoldi e ha inserito la rinomata Mercedes Sosa per la canzone finale, creando un’atmosfera emotiva che arricchisce la narrazione. La regista riconosce che la musica è fondamentale per amplificare i sentimenti e le tensioni presenti nella storia.
Fiducia nelle nuove generazioni
Parlando del futuro, DOLores Fonzi esprime una certa fiducia nelle nuove generazioni. Osserva che le generazioni più giovani hanno una visione del mondo diversa, aperta e inclusiva. Ritiene che sia essenziale lasciare spazio ai giovani affinché possano esprimere le proprie idee e valori. Crescendo in un contesto con nuovi strumenti e piattaforme, come TikTok, i giovani sembrano avere una consapevolezza maggiore riguardo a temi come il femminismo e l’uguaglianza, il che le dà ottimismo per un futuro migliore.
Il retaggio religioso e il suo impatto
Infine, DOLores Fonzi riflette sul retaggio cattolico sia in Italia che in Argentina. Pur provenendo da una famiglia cattolica, ha scelto di non trasmettere la religione ai suoi figli, permettendo loro di esplorare liberamente le proprie credenze. Pur continuando a utilizzare la preghiera come strumento personale, riconosce che la religione può talvolta diventare un ostacolo alla libertà individuale. Per lei, il cinema rappresenta una religione alternativa che permette di esplorare la condizione umana senza dogmi.
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