James Senese, il sassofonista di Pino Daniele, è morto a 80 anni lasciando un’eredità musicale a Napoli.

Il lutto nel panorama musicale italiano

La musica italiana piange la perdita di un grande artista. James Senese, noto sassofonista e una delle figure più rappresentative del jazz napoletano, è deceduto all’età di 80 anni nell’ospedale Cardarelli di Napoli. La causa del decesso è stata identificata in una polmonite, che ha aggravato un quadro clinico già complesso.

La morte di Senese ha scosso profondamente il mondo musicale e i suoi fan, che lo ricordano come una delle voci più autentiche e significative della tradizione napoletana. La sua carriera è stata caratterizzata da uno stile unico, che mescolava jazz, blues e le sonorità tipiche della sua terra d’origine. La scomparsa dell’artista segna un momento di silenzio in un settore che ha visto brillare il suo talento per oltre mezzo secolo.

Un artista dalle origini multietniche

Nato nel 1945 con il nome di Gaetano Senese, l’artista era figlio di una madre napoletana e di un soldato afroamericano proveniente dal North Carolina. Questo background culturale ha influenzato in modo profondo la sua musica e il suo approccio artistico. James Senese ha sempre mostrato un forte attaccamento alle sue radici e una grande fierezza per la sua identità, trovando nel sax il mezzo ideale per esprimere le sue emozioni e lotte interiori.

James Senese, il sassofonista di Pino Daniele, è morto a 80 anni lasciando un’eredità musicale a Napoli.

La sua carriera musicale ha preso il via negli anni ’60, quando ha suonato con il gruppo Showmen, al fianco di personaggi come Mario Musella e Franco Dal Prete. Successivamente, ha fatto parte dei Napoli Centrale, un gruppo che ha lasciato un’impronta indelebile nella scena musicale italiana degli anni ’70. La collaborazione con Pino Daniele è stata uno dei momenti salienti della sua carriera, culminando in un concerto storico che si è tenuto nel 1981 in Piazza del Plebiscito a Napoli.

Le collaborazioni illustri di James Senese

James Senese non è stato solo un musicista di spicco, ma anche un collaboratore prolifico. Durante la sua carriera, ha avuto l’opportunità di lavorare con artisti di fama internazionale tra cui De Simone, Gil Evans, Ornette Coleman e l’Art Ensemble di Chicago. Una delle sue esperienze più memorabili si è verificata nel 1997, quando ha incontrato il leggendario James Brown all’Apollo Theater, un incontro che rimane impresso nella memoria dei suoi seguaci.

La sua musica rifletteva le cicatrici e le gioie della vita, come lui stesso affermava: “Non mi sono mai svenduto. Ho sempre cercato un mio linguaggio”. Senese riteneva che il suo sax portasse le tracce delle esperienze vissute, rendendolo un interprete autentico e sincero, capace di trasmettere emozioni profonde attraverso le note.

Il legame con il cinema e il documentario dedicato

Oltre alla sua carriera musicale, James Senese ha nutrito un legame speciale con il mondo del cinema. Nel 1982, ha partecipato al film “No grazie, il caffè mi rende nervoso”, insieme a Lello Arena e Massimo Troisi, segnando un primo passo significativo nel settore cinematografico. Il suo contributo al cinema è stato ulteriormente riconosciuto cinque anni fa, quando è stato presentato il documentario “James” di Andrea Della Monica, un omaggio alla sua vita e alla sua arte, che ha coinvolto anche artisti come John Vignola e Franco Del Prete.

Senese ha lasciato una eredità duratura, non solo nel panorama musicale italiano, ma anche nella cultura popolare, risultando un simbolo di autenticità e passione. La sua musica continuerà a risuonare nei cuori di coloro che lo hanno amato e apprezzato nel corso della sua straordinaria carriera.

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