Daria Bignardi racconta il divorzio da Luca Sofri: “È come una casa che crolla”

Daria Bignardi, figura di spicco nel panorama della comunicazione italiana, presenta un nuovo progetto letterario che affronta il tema della solitudine. Con un passato da giornalista e conduttrice, Bignardi si immerge in profondità nei suoi sentimenti attraverso il libro intitolato “Nostra solitudine”. In un’intervista rilasciata al Corriere, la scrittrice ha condiviso riflessioni su esperienze personali significative, tra cui il suo divorzio dall’ex marito Luca Sofri.

Riflessioni su un matrimonio finito

Daria Bignardi e Luca Sofri sono stati sposati dal 2004 fino al 2018 e hanno avuto una figlia, Emilia. La Bignardi, che in passato aveva già vissuto un matrimonio con Nicola Manzoni, ha finalmente preso coraggio per affrontare i temi legati alla sua vita privata. Ha descritto il divorzio come un evento devastante, paragonandolo a una casa che crolla. Questo evento, secondo le sue parole, l’ha riportata a confrontarsi con traumi del passato, rendendola più consapevole della propria solitudine.

La scrittrice ha tradotto queste esperienze in un viaggio attraverso la sua interiorità, raccontando di un episodio che l’ha colpita durante un viaggio in Uganda, dove ha incontrato dei gorilla. L’incontro le ha ricordato momenti di vulnerabilità e fragilità. Bignardi ha riconosciuto che senza il divorzio, non avrebbe potuto affrontare il suo stato emotivo attuale.

Daria Bignardi racconta il divorzio da Luca Sofri: “È come una casa che crolla”

Manifestazioni artistiche della solitudine

In un momento di crisi personale, Daria ha creato un altare simbolico nella propria casa, un atto che riflette la sua ricerca di protezione e comprensione. Ha adornato lo spazio con vari oggetti, tra cui un barbagianni impagliato e galline gonfiabili, scelte che inizialmente sembravano prive di senso ma che ora assumono una dimensione profonda. Il suo desiderio di esplorare la solitudine l’ha portata a capire che questi gesti erano manifestazioni di richiesta di supporto dal mondo animale, un modo per connettersi a qualcosa di più grande.

Il libro “Nostra solitudine” rappresenta una chiusura di un ciclo letterario iniziato con gli altri due titoli, “Libri che mi hanno rovinato la vita” e “Ogni prigione è un’isola”. Bignardi sente che l’argomento dell’isolamento non è stato completamente esaurito, indicando come la scrittura possa essere un mezzo per esplorare la propria psiche e le proprie esperienze.

I viaggi che ispirano un cambiamento

Le esperienze di viaggio hanno avuto un ruolo cruciale nel suo processo di scrittura. Tornando da un viaggio in Ucraina, durante il primo Capodanno post-invasione, e dalla Palestina, Daria ha sentito un forte legame con quelle realtà, percependo quanto esse la riguardassero personalmente. Le immagini a distanza possono sembrare astratte, ma quando ci si trova in prima linea, la percezione cambia radicalmente.

Particolarmente significativo è stato l’incontro con la scrittrice Suad Amiry, che l’ha spinta a riflettere su questioni morali e responsabilità. Amiry ha espresso scetticismo sui valori occidentali, invitando a considerare le conseguenze delle proprie azioni davanti alla sofferenza umana. Questa conversazione ha avuto un impatto duraturo su Bignardi, portandola a interrogarsi sul suo ruolo e sulle sue convinzioni di fronte alle ingiustizie.

Con “Nostra solitudine”, Daria Bignardi non solo condivide le sue esperienze, ma invita anche i lettori a riflettere sulla loro connessione con il mondo e sull’importanza della consapevolezza in un’epoca in cui la solitudine può assumere molte forme.

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