Madre porta la figlia di 12 anni in sala operatoria e le fa perforare il cranio a un paziente

Una drammatica vicenda ha catturato l’attenzione di media e opinione pubblica: una sala operatoria, un paziente in pericolo di vita e una giovane ragazza vestita da chirurgo. Questo episodio singolare, che ricorda una trama di fantascienza, si è verificato realmente in Austria e ha suscitato interrogativi sulla responsabilità e sul rispetto delle norme di sicurezza in ambito medico.

Un intervento chirurgico senza precedenti a Graz

Nel gennaio 2024, presso l’ospedale universitario di Graz, un lavoratore agricolo era stato ricoverato in condizioni critiche dopo un infortunio alla testa dovuto a un ramo caduto. Durante l’intervento neurochirurgico, un fatto sorprendente ha avuto luogo: la figlia dodicenne di una neurochirurga avrebbe avuto accesso alla sala operatoria. Secondo diverse fonti giornalistiche, tra cui The Times e Kronen Zeitung, sarebbe stata proprio la ragazzina a utilizzare un trapano cranico sul paziente. Le testimonianze rivelano che un collega della madre le avrebbe permesso di operare, un gesto che ha destato profonda incredulità e preoccupazione.

La piccola, appassionata di medicina, si era presentata in sala operatoria indossando un camice, manifestando il desiderio di assistere all’intervento. Tuttavia, la situazione è sfuggita al controllo quando la neurochirurga senior si sarebbe allontanata per gestire una telefonata, lasciando il collega più giovane a dirigere la procedura. Quest’ultimo ha raccontato di essere rimasto sorpreso dalla richiesta della ragazza, affermando che non avrebbero dovuto permetterle di intervenire.

Madre porta la figlia di 12 anni in sala operatoria e le fa perforare il cranio a un paziente

Contrasti nelle testimonianze e dichiarazioni allarmanti

Le versioni degli eventi sono discordanti. Un anestesista presente ha riferito di aver visto la bambina manovrare il trapano, affermando che non erano state solo le mani del collega a operare. Inoltre, la neurochirurga sarebbe stata accusata di vantarsi con altri membri del personale riguardo al presunto contributo della figlia all’intervento, esprimendo una sorta di “orgoglio materno” in una circostanza così seria. Queste affermazioni hanno alimentato discussioni sull’etica professionale e sulla sicurezza all’interno dell’ospedale.

Il processo contro i due chirurghi coinvolti è iniziato il 14 ottobre 2025. La dott.ssa, il cui nome non è stato divulgato, ha riconosciuto il suo errore nel permettere alla figlia di entrare in sala operatoria, ma ha negato che la ragazza avesse agito in autonomia. Il giudice, tuttavia, ha espresso severe critiche, sottolineando che consentire a una minorenne di trovarsi in tale contesto era inaccettabile.

Ripercussioni sul sistema sanitario e futuro incerto

Questo caso ha sollevato gravi preoccupazioni non solo a livello locale, ma ha anche raggiunto un’eco internazionale. Il dottor Stefan Wolfsberger, primario di neurochirurgia nell’ospedale di Graz, ha dichiarato che la reputazione del reparto è stata danneggiata, alimentando timori tra i pazienti riguardo alla sicurezza delle procedure mediche. Entrambi i chirurghi coinvolti hanno già subito provvedimenti disciplinari e sono stati licenziati.

La questione legale è ancora aperta, con il processo aggiornato al 10 dicembre. La giovane non ha voluto testimoniare, mentre il paziente non ha potuto presentarsi in aula a causa di problemi di salute. Se dovesse emergere che la ragazzina ha effettivamente utilizzato il trapano, ciò potrebbe portare a severe conseguenze legali, inclusi possibili reati di lesioni personali da parte di professionisti non qualificati. La vicenda, quindi, continua a far discutere e a sollevare interrogativi sulla formazione e sulla supervisione nel campo medico.

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