Un Docente in Difficoltà: Il Caso di Michele D’Angelo
Il professor Michele D’Angelo, 44 anni, insegnante di biologia presso l’Università dell’Aquila, è attualmente detenuto in un carcere albanese da agosto a seguito di un incidente stradale avvenuto nei pressi di Tirana.
Il Tragico Incidente
La notizia, anticipata stamattina dal quotidiano il Centro, è stata confermata dal rettore dell’Università, Fabio Graziosi. Secondo le prime ricostruzioni, D’Angelo era al volante di una Lancia Ypsilon quando un altro veicolo, condotto da un albanese, lo ha colpito. Il professore stava viaggiando a una velocità contenuta di circa 40 chilometri orari, mentre l’altra auto procedeva a una velocità notevolmente superiore.
Accuse Sconcertanti e Difesa
Nonostante la situazione, il docente è stato accusato di violazione delle norme di circolazione e di abbandono del veicolo, poiché, secondo l’accusa, si sarebbe allontanato dall’auto subito dopo l’impatto. I suoi legali hanno spiegato che questo comportamento è stato un atto istintivo e non un intento di fuga. Da quel momento, D’Angelo è rimasto in carcere in attesa di un processo.
La Reazione dell’Università e delle Istituzioni
In risposta alla situazione, l’Università dell’Aquila si è mobilitata per sostenere il proprio docente. Il rettore Graziosi ha dichiarato: “Stiamo facendo il possibile per ottenere la liberazione di Michele e per alleviare la pressione psicologica sulle persone coinvolte”. Anche vari esponenti politici, come il senatore Luciano D’Alfonso, hanno manifestato preoccupazione, sollecitando il Ministero degli Esteri a garantire la massima cooperazione con le autorità albanesi per chiarire la dinamica dell’incidente.
La Comunione di Sforzi
Il rettore emerito dell’Università, Edoardo Alesse, ha confermato che l’ateneo ha intrapreso contatti con la famiglia del professor D’Angelo immediatamente dopo l’arresto, avvenuto l’8 agosto. “Siamo in contatto con il sindaco di L’Aquila e speriamo che, una volta concluso l’iter giudiziario, la sua posizione possa essere chiarita”, ha affermato Alesse, esprimendo tuttavia preoccupazione per il prolungato periodo di detenzione.
Il Ruolo delle Autorità Italiane
L’Ambasciata italiana a Tirana e il Consolato Generale a Valona seguono attentamente il caso, come confermato dalla Farnesina, che sta mantenendo un dialogo costante con i familiari del docente, effettuando visite in carcere e fornendo assistenza consolare necessaria.
Conclusione: Un Processo da Seguire con Attenzione
Il giorno successivo all’incidente, gli altri connazionali coinvolti sono stati interrogati dalla polizia, mentre Michele D’Angelo è stato accusato di omissione di soccorso e posto in custodia cautelare. Il procedimento legale contro di lui è attualmente in corso, lasciando molti interrogativi aperti.
Questa situazione è davvero angosciante. È difficile credere che un docente rispettato possa trovarsi in una simile condizione per un incidente stradale. Mi chiedo se il sistema giudiziario albanese avrà la giustizia necessaria per chiarire questo caso. Siamo tutti ansiosi di vedere un esito equo. Voi cosa ne pensate? Riuscirà Michele a tornare libero e a dimostrare la sua innocenza?
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