Un’Isola di Pace nel Cuore del Conflitto
Negli ultimi tempi, venti di conflitto si sono intensificati attorno alla Striscia di Gaza, amplificando l’eco angosciante delle grida silenziose di bambini e civili palestinesi. A soli 50 km da Gaza, nella comunità di Neve Shalom (o Wahat al-Salam in arabo), si trova un’incredibile realtà dove ebrei e palestinesi convivono pacificamente. Questo villaggio rappresenta un esempio unico di speranza e coesistenza.
Una Storia di Coabitazione
Fondata nel 1972 da Bruno Hussar, questa “Oasi di Pace” sorge su terreni affittati dal monastero di Latrun. Attualmente, Neve Shalom conta circa 100 famiglie, divise equamente tra israeliani e palestinesi. Giulia Ceccutti, membro dell’Associazione Italiana Amici di Neve Shalom Wahat al-Salam, sottolinea come questa comunità rappresenti un modello di cooperazione e inclusione, ospitando la prima scuola bilingue e binazionale della regione.
Un Villaggio che Promuove Educazione e Collaborazione
Situato su una collina a ovest di Gerusalemme, il villaggio è facilmente raggiungibile sia dalla capitale israeliana che da Tel Aviv. Le famiglie residenti hanno scelto di vivere insieme, sostenendo una divisione paritaria delle responsabilità e delle cariche di governo. Questo principio guida non solo l’amministrazione, ma anche il corpo docente della scuola, che è composto da insegnanti autonomamente ebraici e palestinesi.
Un Progetto di Pace Sostenuto da Entrambi i Popoli
Il sogno di Bruno Hussar, di creare una “Scuola per la Pace” in seguito alla guerra dei sei giorni del 1967, è diventato realtà e continua a crescere. Anche se riconosciuta ufficialmente dal governo israeliano, la comunità non riceve fondi diretti e deve affrontare sfide finanziarie per mantenere le sue attività educative.
Le Famiglie Insieme per un Futuro Condiviso
Attività comunitarie, laboratori scolastici e gruppi di confronto danno vita a una quotidianità ricca di dialogo e collaborazione. Sebbene ci siano sempre più famiglie in attesa di entrare nel villaggio, Giulia Ceccutti evidenzia che Neve Shalom non è solo un esperimento, ma un percorso concreto di vita comune durato oltre cinquant’anni.
Uniti di Fronte alle Avversità
Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, i membri del villaggio si sono riuniti per discutere e confrontarsi. Grazie ai facilitatori della Scuola per la Pace, sono emerse iniziative di protesta e solidarietà, fortificando così i legami tra le diverse comunità. L’esperienza vissuta ha reso tutti consapevoli delle difficoltà incontrate dall’altro popolo, creando un clima di maggiore unità.
Riflessioni Personali
Come fan dei movimenti per la pace, non posso fare a meno di ammirare quanto ne sia scaturito da Neve Shalom. La condivisione del dolore e delle speranze di entrambe le comunità mi commuove profondamente. Ma mi chiedo: quanto tempo ci vorrà affinché un messaggio di pace simile possa diffondersi oltre queste mura? Sarà possibile vedere un giorno una vera riconciliazione in tutta la regione?
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