Il mago di Cremlino, Jude Law sulla sua interpretazione di Putin: non teme ripercussioni

Debutto di Olivier Assayas alla Mostra di Venezia

Il Festival di Venezia ha ospitato la premiere de “Il mago di Cremlino”, una pellicola diretta da Olivier Assayas, che trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Giuliano da Empoli. Questo film si concentra sulla figura di un Vladimir Putin avvolto nel mistero, interpretato da Jude Law, il quale offre una rappresentazione del leader russo intrigante e inquietante.

La narrazione si sviluppa intrecciando realtà e fiaba per esplorare i meccanismi del potere moderno. Accanto a Law, Paul Dano assume il ruolo di Vadim Baranov, un consigliere immaginario che accompagna il presidente russo nella sua ascesa al potere. Sebbene il personaggio di Dano non sia basato su un individuo reale, è la performance di Law a catturare l’attenzione degli spettatori. La sua interpretazione di Putin è caratterizzata da un distacco glaciale, presentando un leader più simile a un uomo d’affari piuttosto che a un dittatore urlante, il tutto realizzato con un realismo tale da suscitare un senso di inquietudine.

Il ritratto complesso di Putin

Assayas chiarisce che il suo film non intende essere un documento biografico su Putin, ma piuttosto una profonda riflessione sul potere nel XXI secolo. L’autore sottolinea come la politica moderna abbia subito una trasformazione radicale, evidenziando che parte di questa metamorfosi è attribuibile all’emergere di Putin in Russia. La presenza di Jude Law sullo schermo, che appare solo dopo circa un’ora di film, è costruita in modo tale da incutere timore, con dettagli estetici che contribuiscono a rendere la figura di Putin credibile, senza mai cadere nel ridicolo o nell’eccesso delle caricature.

Il mago di Cremlino, Jude Law sulla sua interpretazione di Putin: non teme ripercussioni

Law stesso ha dichiarato di non temere le ripercussioni del suo ruolo, fidandosi della visione del regista e della sceneggiatura, convinto che la storia venga raccontata con intelligenza e sensibilità. La scelta di Assayas di non presentare Putin come un’icona da imitare, ma piuttosto come un prisma attraverso cui analizzare la fragilità della politica globale, dimostra un approccio innovativo. Il regista ha espresso la necessità di avere un attore in grado di ritrarre le sfumature del personaggio, piuttosto che cercare un semplice sosia.

Le prospettive per il riconoscimento degli attori

Il film è giunto a Venezia in un momento in cui le categorie per il miglior attore protagonista sono affollate, mentre quella per il miglior attore non protagonista è sorprendentemente meno competitiva. Questa situazione potrebbe favorire Jude Law, rendendo la sua performance un possibile candidato ai premi imminenti. D’altra parte, Paul Dano, nonostante una carriera costellata di ruoli significativi, non ha ancora ricevuto alcuna nomina agli Oscar, il che rende la sua interpretazione di Baranov un argomento di discussione interessante tra critici e appassionati di cinema.

Dano stesso ha dichiarato che semplificare il suo personaggio a un mero “cattivo” rappresenterebbe una notevole riduzione. La sua sfida risiede nell’esplorare le aree grigie del suo ruolo, che possono suscitare timore, ma che offrono una visione più complessa rispetto alla classica dicotomia di bene e male. Con “Il mago di Cremlino”, Assayas mira non a creare scandalo, ma a offrire uno spunto di riflessione sul potere internazionale, invitando gli spettatori a esaminare le ombre che circondano la politica contemporanea.

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