Il debutto di Dwayne Johnson alla Mostra di Venezia
La Mostra del Cinema di Venezia ha accolto con entusiasmo la presenza di Dwayne Johnson, noto attore e campione di wrestling, per la sua prima esperienza sul prestigioso Lido. L’artista ha presentato il suo nuovo biopic, diretto da Benny Safdie, che narra la vita del celebre lottatore di UFC MARK KERR. Durante la proiezione, il film ha suscitato un lungo applauso da parte della critica presente. La trama si concentra sui combattimenti e sulla lotta personale di Kerr contro la dipendenza dagli analgesici, nonchĂ© sul suo legame con la fidanzata, poi moglie, DAWN, interpretata da Emily Blunt. Johnson ha descritto l’opera come una speciale storia d’amore, sottolineando che va oltre il semplice tema della lotta.
Una storia d’amore oltre il ring
Dwayne Johnson ha rivelato che il film non tratta unicamente delle sfide sportive di MARK KERR, ma è profondamente incentrato sulla sua relazione con DAWN e sul suo amore per lo sport. “MARK KERR è stato il più grande lottatore del mondo a un certo punto, ma questo film non parla solo di lotta: è una storia d’amore”, ha affermato Johnson, visibilmente emozionato. Ha approfondito il tema dei sacrifici che Kerr ha affrontato per raggiungere il successo sul ring, enfatizzando come la sua vita sia stata segnata da eventi drammatici, tra cui due overdose. Questo aspetto conferisce al film una dimensione di vulnerabilità che lo rende particolarmente significativo.
Il percorso trasformativo di Dwayne Johnson
Il nuovo progetto cinematografico ha richiesto a Dwayne Johnson sforzi straordinari, inclusi diversi mesi di allenamento e sessioni giornaliere di trucco per incarnare al meglio il personaggio di MARK KERR. Johnson ha parlato della necessità di una profonda trasformazione interiore per comprendere la complessità di un uomo descritto come un “concentrato di contraddizioni”. Ha messo in risalto che, sebbene Kerr fosse un formidabile combattente sul ring, era anche una persona gentile e rispettosa, una dualità che ha cercato di rappresentare nel film.
Il significato storico della lotta negli anni ’90
Il regista Benny Safdie ha voluto esplorare le peculiaritĂ del panorama delle arti marziali miste negli anni ’90, evidenziando quanto fosse innovativo e sperimentale il contesto di quel periodo. “Negli anni ’90 c’era qualcosa di così sperimentale in quello che stava succedendo. C’erano tutte queste diverse forme di arti marziali che si sfidavano”, ha dichiarato Safdie. Ha inoltre menzionato l’importanza della comunitĂ tra i lottatori, un elemento che ha portato a una connessione profonda tra di loro. Questo desiderio di esplorare i legami umani all’interno di uno sport tanto competitivo ha costituito la base per il film, rendendolo non solo un racconto biografico, ma anche un’analisi delle relazioni e delle esperienze condivise tra atleti.
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