Cover-Up e la verità secondo Laura Poitras su sorveglianza e opinioni su Hersh

Il nuovo documentario di Laura Poitras al Festival di Venezia

La regista che ha ricevuto il premio Oscar torna a Venezia con un documentario thriller che non si può perdere. Il film è incentrato sulla vita e le indagini di uno dei più influenti giornalisti investigativi del nostro tempo. In un’intervista, Poitras esprime la sua preoccupazione per il deterioramento delle istituzioni e dei diritti umani, affermando che il pubblico è stanco delle menzogne propagate dai poteri forti.

Un’opera che va oltre il documentario

Laura Poitras, assieme a Mark Obenhaus, ha diretto Cover-Up, un lavoro che trascende i confini della semplice documentaristica. Questa pellicola, presentata fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, mette al centro della narrazione la figura di SEYMOUR HERSH, un giornalista che ha svelato alcune delle verità più controverse riguardanti gli Stati Uniti, dalle atrocità della guerra del Vietnam alle torture avvenute in ABU GHRAIB. L’opera si presenta come un thriller politico, in cui il racconto di HERSH si intreccia con documenti riservati e filmati d’archivio.

Il metodo di lavoro di Laura Poitras

La regista spiega che la preparazione di Cover-Up ha comportato un’attenta verifica dei fatti, consapevoli delle possibili reazioni da parte di testate importanti come il New York Times o la CBS. È evidente che per Poitras il compito di presentare una narrazione accurata richiede una preparazione meticolosa, soprattutto quando si tratta di tematiche così delicate e controverse.

Cover-Up e la verità secondo Laura Poitras su sorveglianza e opinioni su Hersh

Riflessioni sul potere e la verità

In un passaggio dell’intervista, Poitras osserva che la disinformazione è un problema che affligge non solo gli Stati Uniti, ma anche l’Europa. Secondo lei, le istituzioni governative e le aziende mentono sistematicamente su molte questioni, generando sfiducia tra il pubblico. Riferendosi al presidente degli Stati Uniti, Poitras commenta il modo in cui riesce a generare confusione e a distorcere la realtà, sottolineando l’importanza di porre domande critiche, soprattutto in merito a eventi come la guerra in Iraq, che ha causato devastazione e perdita di vite umane.

Il coraggio di Seymour Hersh

SEYMOUR HERSH è descritto come un “lupo solitario” del giornalismo, noto per aver affrontato con determinazione le frodi all’interno dei servizi segreti e dell’intelligence. Poitras riconosce il suo contributo cruciale in un periodo in cui il giornalismo vive una crisi profonda. La regista crede inoltre che ci sia una crescente fame di informazioni da parte del pubblico, evidenziando come gli smartphone siano diventati strumenti di sorveglianza e controllo del comportamento umano.

Il percorso di collaborazione tra Poitras e Hersh

Laura Poitras ha iniziato a collaborare con HERSH nel 2005, poco dopo gli eventi drammatici in IRAQ. Nel corso degli anni, la regista ha cercato di convincerlo a partecipare al progetto, e alla fine è riuscita a ottenerne la partecipazione. Il lavoro di archiviazione, effettuato dalla produttrice OLIVIA STREISAND, è durato due anni e ha richiesto un impegno considerevole per raccogliere tutto il materiale necessario. Secondo Poitras, l’obiettivo non era solo raccontare la storia di HERSH, ma anche mettere in luce l’importanza della difesa del giornalismo.

Le lezioni apprese da Seymour Hersh

Tra le importanti inseguiti dall’incontro con HERSH, Laura Poitras sottolinea la necessità di avere una genuina curiosità nei confronti degli altri e la sua abilità nel conquistare la fiducia delle persone. HERSH appare altamente critico nei confronti delle comodità offerte dalle istituzioni e vive una vita che riflette le sue convinzioni. Poitras ammette che questa dedizione la ispira e motiva nel suo lavoro.

Riflessioni sul conflitto di Gaza

Al termine dell’intervista, mentre un corteo per la causa palestinese si raduna in vista del red carpet, Laura Poitras offre una riflessione sul dramma che si sta consumando a GAZA. Sottolinea come Cover-Up metta in luce il perdurare di cicli di impunità e il rischio crescente per i diritti umani, paragonando gli eventi attuali a quelli storici. L’analisi di Poitras invita a considerare non solo la storia passata, ma anche le conseguenze future di queste tensioni geopolitiche.

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