Il Principe dei Navigli è un ristorante che ha aperto le sue porte nel 2010 a Milano, in una delle aree più affascinanti della metropoli. Situato nei pressi della chiesa di San Cristoforo e con vista sul naviglio, questo locale ha guadagnato una reputazione invidiabile grazie a un’atmosfera che evoca la tradizione milanese, abbinata a un menu che spazia tra sapori classici e rivisitazioni moderne. I protagonisti dietro questa avventura gastronomica sono i coniugi Emilia e Bellarmino Gualtieri, insieme al collaboratore Roberto e allo chef Massimo, giovane e talentuoso cuoco capace di dare un tocco innovativo ai piatti senza recidere il legame con le tradizioni.
Un’Atmosfera Senza Tempo
Il Principe dei Navigli ha aperto i battenti il 21 luglio 2010, in uno spazio che conserva l’autenticità storica del quartiere. Le pareti decorate con dipinti dedicati ai canali milanesi creano un ambiente raccolto, dove sembra quasi che il tempo si sia fermato. L’idea di Emilia e Bellarmino Gualtieri era quella di offrire non solo un pasto, ma anche una pausa dalla frenesia cittadina, facendo rivivere l’atmosfera caratteristica dei navigli attraverso dettagli d’arredo curati con grande attenzione.
Un Eccellente Servizio Familiare
La gestione a conduzione familiare del ristorante garantisce una costante qualità del servizio, mentre lo chef Massimo si impegna a utilizzare ingredienti di stagione. Questa combinazione tra tradizione e modernità rende il Principe dei Navigli un luogo unico nel sud-ovest di Milano. La selezione delle materie prime si concentra su prodotti freschi e locali, valorizzando ogni piatto senza ricorrere a sperimentazioni eccessive.
Un Menu Creativo e Variabile
Il menu de Il Principe dei Navigli è in continua evoluzione, adattandosi alle stagioni per esaltare gli ingredienti freschi disponibili. Le proposte culinarie celebrano sapori autentici, presentandoli con un tocco moderno nei dettagli della composizione e nelle combinazioni. Tra le specialità spicca il risotto mantecato al pecorino romano, servito con cruditè di gambero rosso proveniente da Mazara del Vallo, rappresentando un perfetto equilibrio tra un gusto deciso e la freschezza marina.
Delizie Rinfrescanti e Semplicità Elegante
Le crudité occupano un posto di rilievo nel menu, con preparazioni leggere e raffinate come tartare miste di tonno, branzino e salmone, accompagnate da scampi crudi, gamberi rossi e ostriche Gillardeau. Ogni antipasto è pensato per sorprendere e deliziare, immergendo il commensale in un’esperienza gastronomica unica.
Una Ricetta da Provare
Per preparare il risotto, si utilizzano 400 grammi di riso Carnaroli, tostato delicatamente per circa dieci minuti, seguito da una sfumatura di vino bianco. Si continua la cottura aggiungendo brodo vegetale poco per volta, fino a raggiungere un tempo di cottura totale di venti minuti. Parallelamente, si prepara la tartare di gamberi rossi, tagliati a cubetti e conditi con olio extravergine d’oliva, sale e pepe. Una volta pronto, il risotto viene mantecato con burro fresco e pecorino romano Dop, creando un contrasto tra la cremosità calda del risotto e la freschezza della tartare.
L’Unicità del Piatto
Ogni proposta è pensata per mantenere la purezza dei sapori, con attenzione nelle porzioni di tartare preparate sfilettando pesce fresco, garantendo che ogni componente venga valorizzato al meglio. Scampi e gamberi rossi completano l’offerta, così come le ostriche Gillardeau posizionate per esaltarne il gusto e l’apparenza. Un altro piatto affascinante combina tonno rosso e fico fresco maturo, rendendo il tutto ancora più intrigante grazie a una leggera spuma di burrata fresca, che conferisce una nota dolce e cremosa all’insieme.
Questo percorso culinario racconta una storia di dedizione e passione per la buona cucina e per la valorizzazione di ingredienti freschi. Il Principe dei Navigli non è solo un ristorante, ma un luogo dove ogni dettaglio è curato per creare un’esperienza memorabile. Che ne pensate, cari amici? Qual è stata la vostra esperienza più emozionante in un ristorante che valorizza la tradizione e l’innovazione?