Ari Aster e la paura dell’intelligenza artificiale: riflessioni sul futuro della tecnologia nella nostra società

La Preoccupazione di Ari Aster per l’Intelligenza Artificiale

Ari Aster, celebre cineasta dietro capolavori come Hereditary e Midsommar, ha recentemente manifestato una forte inquietudine riguardo all’avanzata inarrestabile dell’intelligenza artificiale. In un’intervista con Isaac Feldberg per Letterboxd, ha condiviso le sue paure circa il legame sempre più stretto tra umanità e tecnologia, evidenziando i potenziali pericoli di un futuro in cui questa connessione potrebbe sfuggire al controllo.

Una Corsa Inarrestabile verso l’Ignoto

Durante la conversazione, Ari Aster ha rivelato che la sua ansia si concentra sulla rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale: “Siamo dentro una corsa che nessuno fermerà”, ha affermato senza mezzi termini. Il regista si rifà alla storia delle innovazioni tecnologiche, dove ogni nuova invenzione sembra inevitabilmente prendere vita, richiamando le parole di Marshall McLuhan, che descriveva l’essere umano come “l’organo sessuale del mondo delle macchine.” Queste riflessioni portano a considerare se noi stessi siamo semplici strumenti nel dare vita a nuove tecnologie o se queste ultime siano divenute parte della nostra essenza.

Un Cambiamento Radicalmente Disturbante

La visione di Ari Aster mostra l’intelligenza artificiale come qualcosa che non è solo un semplice strumento, ma una forza trasformativa che altera il nostro modo di vivere e percepire il mondo.

Ari Aster e la paura dell’intelligenza artificiale: riflessioni sul futuro della tecnologia nella nostra società

Un Culto Tecnologico?

Un aspetto particolarmente allarmante rilevato dal regista è il linguaggio utilizzato dagli ingegneri e sviluppatori quando parlano dell’intelligenza artificiale. Piuttosto che descriverla come un prodotto tecnologico, molti la elevano quasi a status divino, suggerendo l’esistenza di un culto attorno a questa nuova forma di intelligenza. Questo atteggiamento alimenta l’idea di una fusione tra realtà e immaginazione collettiva, pronta a cancellare i confini tra uomo e macchina, suscitando preoccupazioni su un futuro in cui tali distinzioni potrebbero sfumarsi.

Il Paradosso della Realtà e dell’IA

Secondo Ari Aster, il paradosso più inquietante è che l’intelligenza artificiale sembra così autentica da non sollevare né stupore né sospetto nel pubblico. I video creati dall’IA appaiono così veri da risultare difficili da differenziare dalla realtà stessa. Questa capacità di adattamento dell’essere umano ci porta ad accogliere ciò che un tempo avremmo considerato sconcertante, mentre la proliferazione incontrollata dell’IA si svolge sotto i nostri occhi, in un contesto in cui “Non abbiamo voce in capitolo”, come commenta con tristezza il regista, evidenziando la confusione collettiva di fronte alla velocità dei cambiamenti tecnologici.

Eddington: Un Approfondimento sull’Alienazione Digitale

Il prossimo lavoro di Ari Aster, intitolato Eddington, previsto per il 2025, affronta proprio il tema dell’alienazione indotta dalla dipendenza dai dispositivi digitali, ambientandosi nel 2020. La trama esplora un mondo in cui gli individui sono isolati in bolle personali, incapaci di percepire oltre le loro esperienze immediate. In questo contesto, la pandemia da COVID-19 amplifica le dinamiche sociali di separazione, trasformando Internet in un compagno costante piuttosto che un semplice spazio virtuale occasionale.

Schermi e Incomunicabilità

Durante le riprese, Ari Aster ha scherzato sul fatto che avrebbe potuto intitolare il suo film “Schermi: Il film”, vista la presenza onnipresente di schermi digitali in ogni scena. Questo dettaglio rappresenta invasivamente quanto tali dispositivi siano penetrati nel nostro quotidiano, tanto da diventare invisibili eppure soffocanti. I personaggi, pur condividendo luoghi fisici, vivono su piani emotivi divergenti, isolati dalle loro interazioni tramite media. L’intento era quello di rendere palpabile l’incomunicabilità generata dalla costante presenza degli schermi.

Riflessioni Personali

È davvero inquietante pensare a quanto ci stiamo allontanando l’uno dall’altro, anche quando siamo a pochi passi di distanza! Ari Aster riesce a catturare questa vulnerabilità in modo straordinario. Siamo pronti ad affrontare un futuro in cui l’intelligenza artificiale diventa una parte integrante della nostra esistenza? A voi cosa ne pare? È possibile che la tecnologia continui a progredire mentre noi rimaniamo fermi nelle nostre bolle digitali? Sono curiosa di sentire le opinioni di altri appassionati!


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