Eurovision 2025: ex concorrenti chiedono l’esclusione di Israele e criticano l’EBU per il genocidio normalizzato

Le Tensioni Politiche nel Contest Musicale

L’Eurovision Song Contest 2025 si prepara a diventare non soltanto un evento musicale, ma anche un palcoscenico di accese polemiche politiche. Più di settanta artisti che hanno preso parte alle edizioni precedenti hanno recentemente firmato una lettera aperta rivolta all’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), dichiarando la loro richiesta di escludere Israele e l’emittente nazionale KAN dalla competizione.

Accuse di Genocidio e Ingiustizie

Tra i nomi noti che hanno aderito all’iniziativa figurano Mae Muller, rappresentante britannica del 2023, Fernando Tordo, un affermato cantante portoghese, e Charlie McGettigan, vincitore dell’Eurovision del 1994 per l’Irlanda. La missiva contenente le loro richieste evidenzia che la partecipazione di Israele all’Eurovision 2024 ha trasformato il festival nel più politicizzato e problematico della sua storia.

KAN Sotto Accusa

Nel documento, l’emittente KAN è accusata di essere complice di atti considerati genocidi contro il popolo palestinese a Gaza, oltre a essere parte di un regime descritto come apartheid e occupazione militare. Gli autori della lettera puntano anche il dito contro l’EBU, ritenuta colpevole di normalizzare tali crimini consentendo a Israele di continuare a partecipare al festival. Un’affermazione controversa solleva interrogativi in merito al doppio standard dell’organizzazione, paragonando la situazione israeliana a quella della Russia, esclusa nel 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina.

Eurovision 2025: ex concorrenti chiedono l’esclusione di Israele e criticano l’EBU per il genocidio normalizzato

Polemiche Passate e Presente

Le controversie legate alla presenza di Israele all’Eurovision non sono nuove. Per esempio, nel 2024, l’artista irlandese Bambie Thug aveva denunciato minacce e pressioni da parte di KAN, decidendo di ritirarsi dalle prove generali. Inoltre, lo stesso artista fu censurato per aver indossato un costume contenente messaggi pro-Palestina.

Manifestazioni di Dissenso

Nel corso degli anni, numerosi professionisti del settore hanno espresso il loro dissenso nei confronti dell’inclusione di Israele. Si ricordano, ad esempio, le oltre mille firme raccolte tra artisti svedesi, le 1.400 adesioni di professionisti finlandesi e le circa 400 di colleghi irlandesi, tutti uniti nel richiedere l’esclusione di Israele dal festival.

Conferme e Dubbi sulla Partecipazione

Nonostante le numerose proteste, l’EBU ha confermato la partecipazione di Israele all’edizione del 2025, che sarà rappresentata da Yuval Raphael, un sopravvissuto all’attacco del 7 ottobre, con la canzone “New Day Will Rise”. Tre emittenti europee – RTVE dalla Spagna, RTV SLO dalla Slovenia e la delegazione islandese – hanno già sollevato pubblicamente dubbi sulla presenza israeliana, richiedendo un confronto interno all’EBU.

La Risposta dell’EBU

Il direttore dell’Eurovision, Martin Green CBE, ha affrontato le polemiche sottolineando la consapevolezza delle preoccupazioni legate al conflitto mediorientale. Ha ribadito che l’EBU è composta da emittenti di servizio pubblico tutte idonee a partecipare e ha confermato l’impegno dell’organizzazione a promuovere connessione, diversità e inclusione attraverso la musica. Infine, Green ha espresso sostegno per KAN, attualmente minacciata di privatizzazione o chiusura da parte del governo israeliano.


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