Biancaneve bandito in Libano: ecco perché la presenza di Gal Gadot ha sollevato polemiche il 2023

Divieto di distribuzione del film “Biancaneve” in Libano

Il divieto di proiezione del remake di “Biancaneve” nelle sale libanesi è il risultato di controversie legate alla presenza dell’attrice israeliana Gal Gadot nel cast. Questa decisione non rappresenta un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di tensioni politiche e culturali all’interno del Paese.

Motivazioni del divieto

Ad annunciare l’imposizione del divieto è stato il ministro Ahmad Al-Hajjar, il quale ha agito sotto la pressione di un ente di sorveglianza cinematografica locale. Le ragioni dietro questa scelta sono da ricercare nei recenti conflitti tra Israele e Hezbollah, che hanno portato a un aumento delle vittime civili e a un clima di forte antagonismo.

Il boicottaggio dell’attrice israeliana

Gal Gadot è da tempo oggetto di un boicottaggio in Libano, dove è inserita in una lista di personalità israeliane da non sostenere. Un rappresentante di Italia Films, attiva a Beirut, ha dichiarato che nessun film che abbia visto la partecipazione dell’attrice è mai stato distribuito nel Paese, riflettendo le complesse dinamiche socio-politiche in atto.

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Situazione in altri Paesi

Contrariamente a quanto accaduto in Libano, il remake di “Biancaneve” non ha subito divieti in Kuwait, dove è stato proiettato regolarmente. Questo evidenzia come le reazioni alla presenza di attori israeliani variano notevolmente fra le diverse nazioni della regione.

Profilo dell’attrice Gal Gadot

Nata in Israele e con un passato nelle Forze di Difesa israeliane, Gal Gadot si è espressa in modo chiaro a sostegno del proprio Paese, specialmente dopo gli attacchi di Hamas avvenuti il 7 ottobre 2023. Tali affermazioni hanno alimentato ulteriormente il dibattito intorno alla sua figura e al suo lavoro nel cinema.

Precedenti simili in ambito cinematografico

Il divieto riguardante “Biancaneve” si inserisce in una serie di decisioni simili adottate dalle autorità libanesi. Solo due mesi fa, la proiezione di “Captain America: Brave New World” era stata bloccata per motivi analoghi, sempre a causa della presenza di un’attrice israeliana, Shira Haas, nel film. Questi eventi indicano come il cinema possa essere influenzato da questioni geopolitiche complesse e dalle sensibilità locali.


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